domenica 5 ottobre 2008

UNA FAVOLA (non conclusa)

Una volta un re diede una festa.
Alla festa giunsero le principesse più belle del reame.
Un soldato che faceva la guardia vide passare la figlia del re.
Era la più della di tutte.
Subito se ne innamorò. Ma che poteva fare un povero soldato per conquistare l'amore della figlia del re?
Un giorno la incontrò e Le disse che non poteva più vivere senza di lei.
La principessa fu così toccata dal forte sentimento del soldato che gli disse:
" Se saprai aspettare cento giorni e cento notti sotto il mio balcone, alla fine sarò tua."
Subito il soldato prese una sedia ed andò sotto il balcone della principessa.
Stette un giorno, due giorni, dieci giorni, venti giorni ed ancora, ancora....
giorni e notti.
Ogni sera la principessa, non vista, controllava dalla finestra che il soldato stesse lì ad aspettare.
Giunto alla novantanovesima notte il soldato si alzò, prese la sedia e se ne andò.
La principessa, meravigliata, disse tra se: " Ma come se ne è andato proprio alla fine ?
Qui finisce la favola non mia e che ho semplicemente riassunta.
Non ricordo il nome dell'autore.

Perchè il soldato se ne è andato proprio alla fine ?
Si potrebbero fare diverse ipotesi, anche spiritose.
Trattandosi di una favola, la interpretazione da dare al comportamento del soldato dovrebbe essere la più esaltante ed emotiva.
A me piace immaginare che il soldato, con l'approssimarsi della centesima notte
abbia dubitato della promessa fattagli dalla principessa. – Per il soldato la mancata promessa della principessa sarebbe stata terribile, insopportabile, ne sarebbe morto.- Così, invece, per novantanove giorni e notti era vissuto nell'illusione che la principessa fosse lì ad aspettarlo. –
Forse visse sognando a lungo la centesima notte.
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Quando le vicende della vita sembrano delle belle favole, sarebbe saggio interromperle prima che prendano una piega deludente.
Poteva anche accadere che la principessa della favola mantenesse la promessa. Ma la promessa d'amore della principessa sarebbe stata appagante rispetto alle speranze del soldato ? E la passione amorosa quando sarebbe durata ?
Lo stesso si potrebbe dire per la principessa.
I sogni, anche se realizzati, non sono mai durevolmente e completamente appaganti.
L'essere umano è fatto così: anche quando gli sembra di aver realizzato i propri sogni non resta mai soddisfatto. Gli accade di desiderare altro e di più.
Il finale di molte favole, dove si dice o si sottintende: " Tutti vissero felici e contenti", secondo me, è falso.
Infatti nessun favolista, che si rispetti, ci ha provato a continuarle.
Mutando un po i termini della questione, e restando nell'argomento favole, ho spesso pensato che Collodi avrebbe dovuto dare alla favola di "Pinocchio" una fine affatto diversa da quella che le ha dato, facendo diventare Pinocchio un bambino vero, bello, buono e bravo.
Per Pinocchio burattino io avrei immaginato una fine eroica.
Pinocchio burattino "muore" nelle fiamme di un incendio nel tentativo di salvare il padre Geppetto. Insomma, l'umanizzazione di un robot.
Questa sarebbe stata una favola per grandi.
Ma essendo quella di Pinocchio una favola per bambini, Collodi non potette fare a meno di far trionfare alla fine i buoni sentimenti, insomma la redenzione miracolosa.
Molti scrittori si sono divertiti a fare indagini psicologiche sul personaggio Pinocchio. Questo è un altro argomento nel quale rischio di smarrirmi.
Scritto nel novembre del 1998. Pubblicato ora in internet da: saveriosavio@yahoo.it ________________________________________________________________________

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