lunedì 6 ottobre 2008

" LA PASSERA "

Un passero vide una passera che volava solitaria. La inseguì e la raggiunse.
Era una bella passera. Un bel becco, un bel collo, un bel petto, belle ali, bellissima coda. Proprio bella.
Le si avvicinò e: "cip... cip... cip... è un bel po che ti seguo, puoi fermarti un momento?"
La passera, fingendo fastidio: "cip... cip...cip...che vuoi ? Non posso fermarmi
ho da fare."
Il passero: "Che cosa hai tanto da fare che non puoi fermarti ?"
La passera: "Sto preparando il nido. Vado in cerca di pagliuzze e di fili d'erba secca. In giro non ce ne sono tanti."
Il passero: "Tu ce l'hai un compagno ?"
La passera: "Non ancora; ci sono stati altri passeri che si volevano accompagnare a me; non mi sono piaciuti. Non si sono neppure offerti di aiutarmi a trovare le pagliuzze. Erano dei farfalloni. Non avevano intenzioni serie. E poi, questa è la prima volta che preparo il nido. Capisci cosa intento dire ?"
Il passero fa il finto tonto e: "Te lo ha detto mai nessuno che sei proprio una bella passera ?"
La passera delusa dalla risposta: " Dicono tutti così. Ma tu chi sei ? Prima d'ora non ti ho mai visto."
Il passero: " Vengo da lontano. E' la prima volta che vado in cerca di una passera. Ho visto te e mi sei subito piaciuta."
La passera lusingata ma guardinga: " E con questo ?"
Il passero capisce che deve guadagnarsi la fiducia della passera ed in tono suadente "Vorrei aiutarti a trovare le pagliuzze."
La passera: " Tu lo sai che significa cercare assieme le pagliuzze ?. "
Il passero accattivante: " Credo di si. Penso che un passero ed una passera devono piacersi e stare sempre insieme."
La passera non gli risponde, vuole metterlo alla prova; volando scese su un prato ed il passero la seguì.
La passera prese col becco un filo d'erba secca ed il passero ne prese un'altro.
La passera riprese a volare ed il passero la seguì nel nido che si trovava sotto la tegola di un tetto di una vecchia casa.
Il passero vide che la preparazione del nido era appena iniziata.
C'erano pochi fili d'erba intrecciati.
Il passero pensò: " Qui ci vorrà un bel po di fatica per finire il nido. Forse ne vale la pena; lei è proprio una bella passera e mi piace molto. "
La passera intrecciò con altri fili d'erba il filo d'erba che aveva nel becco ed il passero attese con il filo d'erba che tratteneva nel becco. Aspettava il momento propizio per beccare fuggevolmente il becco di lei.
La passera: " Che fai, che aspetti ?"
Il passero: " Non so come si fa, aggiustalo tu."
Così dicendo, porse il filo d'erba nel becco di Lei. –
La passera: " L'hai fatto apposta ?"
Il passero temendo che la passera lo cacciasse: " Mi sono trovato a porgerti il filo d'erba e sono stato attratto dalla tua beccuccia. E' stato più forte di me. Credo che non ci sia niente di male; come hai visto io ti sto aiutando, mi piacerebbe stare insieme a te."
La passera, sempre guardinga: " Staremo a vedere, intanto bisogna cercare le pagliuzze. "
Il passero, incoraggiato dal primo successo, si dette molto da fare a trovare altre pagliuzze e portarle al nido.
Ad ogni pagliuzza che il passero Le porgeva la passera lasciava che il passero le beccasse la beccuccia.
Il passero qualche volta la beccava anche sul collo, sulle ali e sulla coda.
La passera ormai lo aveva scelto per compagno ma non glielo fece capire, voleva essere sicura.
Dopo parecchi giorni finalmente il nido fu completo. Era proprio un bel nido.
Il passero aveva faticato parecchio a cercare e portare al nido i fili d'erba e le pagliuzze.
Il passero, ora, pensava: " il nido è finito sarebbe molto bello se potessi restare assieme a Lei e beccarla più spesso; mi piace tanto questa passera, chissà se mi vorrà ?
Gli venne un'idea che gli parve bellissima.
Il passero si avviò verso l'uscita del nido e stava per spiccare il volo.
La passera, preoccupata: " Dove vai? Il nido è finito ".
Il passero: " Torno subito." E volò via, volò e volò. Finalmente vide in un prato
ciò che cercava. Un fiorellino rosso. Lo colse delicatamente e si presentò all'ingresso del nido col fiorellino nel becco ed attese trepidante.
La passera: " Oh carissimo passerotto mio. Ti stavo aspettando. Temevo che non tornassi più. Mi hai fatto soffrire."
Il passero porse il fiorellino nella beccuccia della passera.
La passera lo prese, lo tenne per un po' nel becco e poi lo lasciò cadere.
Tenne il becco aperto verso il becco del passero e chiuse gli occhi.
Era pronta per essere "beccata."
Il passero Le beccò a lungo la beccuccia, poi saltò su di lei, battè freneticamente le ali e: "cip... cip... cip.... oh passera mia dolcissima, quanto ho atteso questo momento !" e tutti e due: cip... cip.... cip....cip.... e ciap.... ciap......ciap"
Qualche piccola penna rosa della "passerina" volò nell'aria.
Scritto il 23 luglio 1997.
pubblicato ora in internet da saveriosavio@yahoo.it
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