Navigando in Internet mi sono imbattuto in un vecchio argomento teleologico travestito, questa volta, con l’ambigua locuzione “Disegno intelligente”(in inglese intelligent design - ID) o progetto intelligente, altrimenti noto come creazionismo scientifico.
Per brevità, trascrivo qui di seguito, testualmente, ciò che ho letto su “Wikipedia”:
“Disegno intelligente … è la corrente di pensiero secondo la quale «alcune caratteristiche dell'universo e delle cose viventi sono spiegabili meglio attraverso una causa intelligente, [che] non attraverso un processo non pilotato come la selezione naturale». Si tratta di una forma moderna del tradizionale argomento teleologico dell'esistenza di Dio, che evita di toccare l'argomento della natura o dell'identità del "progettista". I suoi sostenitori principali sono associati al Center for Science and Culture del Discovery Institute, i cui membri ritengono che il disegnatore sia identificabile in Dio. I promotori del disegno intelligente cercano di ridefinire la scienza in modo da fare accettare anche spiegazioni soprannaturali, oltre a quelle naturali".
Ancora da Wikipedia:
“La teoria del “disegno intelligente” dice che “sono necessarie cause intelligenti per spiegare le strutture complesse e ricche di informazioni della biologia e che queste cause sono empiricamente scopribili”. Certe caratteristiche biologiche sfidano il criterio darwiniano della spiegazione del “caso”. Esse sembrano essere state “disegnate”, progettate. Poiché il disegno necessita logicamente di un disegnatore intelligente, la comparsa del disegno è citato come prova di un Disegnatore.”
Reputo opportuno precisare che, storicamente, la locuzione ”Disegno intelligente” ebbe origine nel 1987 quando la Corte Suprema Federale degli Stati Uniti, nella vertenza tra i sostenitori dell’evoluzionismo da un lato ed i sostenitori del creazionismo dall’altro, riguardante l’uso di libri di testo per i corsi di biologia nelle scuole superiori, sancì che: “non esisteva ragione di concedere pari dignità scientifica a due visioni, una delle quali era fondata sulla ricerca di prove concrete, e l'altra su un semplice dogma, del tutto privo di fondamenti a sostegno”.
Prima di entrare nel merito del dibattito desidero precisare che questo mio intervento si limita ad indagare sulla proprietà dei termini linguistici adottati dai sostenitori del disegno intelligente senza che, a questo proposito, vi sia stata alcuna osservazione da parte dei sostenitori dell’evoluzionismo.
A mio parere questa vertenza andava risolta innanzitutto sul piano lessicale, ovvero sul significato delle parole. Nel caso che qui interessa, le parole sono quelle che formano la locuzione “disegno intelligente“ e quelle che formano la locuzione “creazionismo scientifico”.
Già la locuzione “disegno intelligente” e, ancor più, la locuzione “creazionismo scientifico”, mette a disagio l’intelletto di una persona di media cultura. Meditando su queste locuzioni, rilevo che in esse vi è un bisticcio semantico che i creazionisti avrebbero dovuto evitare se avessero voluto dare al dibattito carattere scientifico (o teleologico?).
Si capisce facilmente che la parola “disegno” è stata usata dai creazionisti con il significato allegorico della parola “universo”. Se questo era il loro vero intento sarebbe bastato dire che l’universo è stato creato da una intelligenza soprannaturale. Così non avrebbero detto nulla di nuovo che non fosse già condiviso da un qualsiasi credente. Ma, avendo attribuito a quel disegno, trovato in natura, la qualità di “intelligente”, ne è venuto fuori un ossimoro privo di logicità. Insomma un equivoco per cui non si capisce se i creazionisti hanno voluto fare scienza o teologia.
Sebbene l’argomento del dibattito sia antichissimo, non ricordo se filosofi o scienziati, prima del 1987, a cominciare da Aristotele, abbiano mai sostenuto l’esistenza, nel mondo naturale, di una cosa che i creazionisti chiamano “disegno intelligente”.
A sostegno di questa tesi, i creazionisti osservano che la vita che anima il nostro pianeta mostra una tale complessità, organizzazione, e una finalizzazione (si pensi soltanto alla formazione dell’occhio) per cui la sua origine non può essere avvenuta per caso o per una combinazione qualsiasi ma deve avere avuto origine da una intelligenza soprannaturale.
Poiché la complessità sostenuta dai creazionisti è un dato di fatto non contestato dagli evoluzionisti, detta complessità non poteva dare adito a definizioni equivoche. Pertanto la causa della complessità doveva restare designata nel mondo naturale, là dove i creazionisti dicono di averla trovata.
Per chi non lo sapesse la parola “ossimoro” è una figura retorica che consiste nell’accostamento di due parole di significato opposto che si contraddicono.
La parola ossimoro: dal greco ὀξύμωρον (composto da ὀξύς, «acuto» e μωρός, «ottuso») è essa stessa un ossimoro.
Nel caso in esame l’accostamento degli opposti non è casuale ma voluto.
Infatti, sul terreno sempre affollato della teleologia, i promotori della teoria del “disegno intelligente” si distinguono per una novità, che qui di seguito trascrivo da Wikipedia:
“le loro argomentazioni non si basano sulla Genesi né su alcun altro insegnamento religioso e nei loro libri per la scuola non si trova una sola citazione tratta dalla Bibbia“.
Dunque, solo un Dio “disegnatore” che, però, disegna nel mondo naturale. Niente più di tanto?
Ma allora avrebbero dovuto affermare che l’intelligenza era nella natura stessa. Potevano, senza ingenerare equivoci, sostenere il panteismo. Sarebbe bastato condividere il principio “Deus sive natura” (Dio ossia la natura). Mi immagino sorridente e compiaciuto, nella sua tomba, il filosofo panteista Spinoza.
Restando nei limiti della semantica lessicale devo insistere nell’affermare che non esistono cose intelligenti, ma solo persone intelligenti, altrimenti sarebbe corretto dire: casa intelligente, albero intelligente, quadro intelligente e intelligente ogni altra cosa naturale o artificiale che non sia una persona.
Disturba, se possibile, di più il fatto che alcuni sedicenti scienziati abbiano elevato il “disegno intelligente” a “teoria scientifica”.
Dovrebbe essere noto ai sostenitori del disegno intelligente il detto di Aristotele: “verum scire est scire per causas” (la vera conoscenza è la conoscenza attraverso le cause). Infatti, l’ignoranza della causa del fatto osservato fa spesso sorgere nella mente dell’osservatore la credenza in oggetti e fatti, solo immaginati, mai esistiti nella realtà, con tutte le conseguenze negative che sappiamo. Ne è piena la storia dell’umanità dalla sua origine fino ai giorni nostri.
Nel caso che interessa la causa (il disegnatore), che sarebbe all’origine dell’universo e degli esseri viventi, è stata identificata dai creazionisti solo con la parola Dio, senz’altra connotazione, o identificata in esseri alieni, extraterrestri, ufo ecc. Ma, la presa di distanza dal Dio biblico e da altri esseri soprannaturali o extraterrestri, non esenta i creazionisti dal rispetto delle regole.
La scienza è: osservazione, descrizione, spiegazione e sperimentazione. Nelle argomentazioni dei creazionisti non v’è nulla di osservato, descritto spiegato o sperimentato.
Il ricorso dei creazionisti a locuzioni equivoche prova, tutt’al più, la incapacità dell’essere umano e, quindi, della scienza a spiegare le cause della complessità dell’universo e degli esseri viventi.
Comunque, osservo che l'assenza di una spiegazione della causa della complessità del fatto non può portare alla negazione del fatto stesso che comunque, resta di origine naturale.
Tra il serio ed il faceto, rammento inoltre una locuzione che ai suoi tempi, non molto tempo fa, fece discutere e divertire gli ambienti politici e non, inventata dal compianto On. Aldo Moro (ucciso dalle Brigate Rosse) il quale, nel tentativo di trovare un'intesa tra democristiani e comunisti definì quell’intesa “convergenze parallele”.
Il “disegno intelligente” mi ha fatto, poi, immaginare Galileo e Newton, fondatori della scienza moderna i quali, inorriditi, si rivoltano nella tomba nel sentire associata, questa volta, la scienza ad un dio senza nome, non identificato, che non ha una sua storia da raccontare.
Locuzioni del genere ve ne sono tante ed altre se ne possono inventare.
I sostenitori del “creazionismo scientifico“, a sostegno delle loro argomentazioni, si servono di questo ossimoro, come se fosse una scoperta scientifica che, però, non colma, non elimina l’ignoranza del dove, del quando, del come e del perché, ovvero della causa che ha dato origine all’universo e agli esseri viventi.
E così accade che il vuoto dell’ignoranza è colmato da una intelligenza soprannaturale. Un Dio tappa buchi?
Nella storia della dottrina cattolica, il tentativo di unire gli opposti ha illustri predecessori.
Tra gli altri, Nicola Cusano (nato il 1401) teologo, filosofo, matematico, autore dell’opera “De docta ignorantia” (altro ossimoro) nel tentativo di conciliare contrastanti tendenze religiose, definì Dio con la locuzione, rimasta famosa, “coincidentia oppositorum“ ovvero unione degli opposti. Non è servita a dirimere le controversie religiose perché manca la risposta alla domanda: quale Dio, di quale religione?
Qualunque persona, anche se poco acculturata, conosce la distinzione di significato tra “creazione” e “scienza”. La parola creazione è comunemente intesa, da credenti e non credenti, come l’atto col quale Dio ha creato dal nulla tutte le cose. La parola scienza indica, invece, l’attività intellettiva dell’uomo, il quale scopre le cose, le osserva, le descrive, le sperimenta ma non le crea. Si tratta, dunque, di due livelli semantici non correlabili. E così si perpetua l’antico conflitto tra il dogma dato come verità una volta per sempre e le scoperte, in continuo progresso, della scienza.
Onestà intellettuale vorrebbe che la scienza e il soprannaturale rimangano separati essendo incompatibile la loro unione nello stesso contesto scientifico (o teologico?).
Ancora da Wikipedia apprendo che:
“La teoria del “disegno intelligente” dice che “sono necessarie le cause intelligenti per spiegare le strutture complesse e ricche di informazioni della biologia e che queste cause sono empiricamente scopribili”. La stragrande maggioranza dei teorici del “disegno intelligente” è teistica. Essi considerano la comparsa del disegno che pervade il mondo biologico come una prova dell’esistenza di Dio”.
Dunque: i teisti (alias creazionisti credenti) affermano che l’esistenza di Dio è provata dalla scoperta empirica del disegno intelligente.
A questo punto il virtuosismo lessicale dei sostenitori del disegno intelligente, non sembra avere più limiti. Infatti è diventato, a sua volta, un ossimoro riassumibile nella locuzione: “empirismo teistico”, non in antitesi con “creazionismo scientifico”.
Infatti “empirismo” sta a “scientifico” come “teistico” sta a ”creazionismo”. Il conflitto lessicale appare sempre evidente.
Solo per motivo di completezza aggiungo che Wikipedia rammenta che:
“empirismo (dal greco εμπειρια - esperienza) è la corrente filosofica, secondo cui la conoscenza umana deriva esclusivamente dai sensi o dall'esperienza". I maggiori esponenti dell'empirismo furono John Locke, George Berkeley e David Hume, ai quali possono essere aggiunti, senza conflitti lessicali, i filosofi Tommaso D’Aquino, Francesco Bacone, Thomas Hobbes e ultimo ma non ultimo lo stesso Aristotele.
Tutto quanto innanzi per spiegare agli empiristi, scopritori del “disegno intelligente”, che la loro scoperta è un “ossimoro”.
Et de hoc satis
Foggia 02.06.2013
Carlo Mangiolfi
P.S. per chi volesse interloquire, l’e-mail è: saveriosavio@yahoo.it
martedì 4 giugno 2013
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